Tra le varie tipologie di danni che possono essere risarciti, ne esistono due che vengono spesso confusi tra loro: il danno morale e il danno esistenziale. Spesso questi due termini vengono utilizzati in modo intercambiabile, ma rappresentano realtà giuridiche distinte con specifiche implicazioni legali.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio le differenze tra il danno esistenziale e il danno morale, due concetti fondamentali per chiunque si trovi a navigare nelle acque del diritto e del risarcimento dei danni.
Cos’è il danno morale?
Il danno morale si riferisce al dolore e alla sofferenza subiti da una persona a seguito di un evento traumatico causato da un altro individuo o entità. Questo tipo di danno è strettamente legato alle reazioni emotive e psicologiche dell’individuo. Nel contesto giuridico, il danno morale può essere risarcito quando si dimostra che l’evento in questione ha provocato una sofferenza psicologica significativa, che va oltre il normale disagio o imbarazzo.
Le situazioni che possono dar luogo a danno morale includono, ma non sono limitate a, la perdita di un familiare, lesioni gravi e persino la violazione della privacy. In questi casi, il risarcimento viene concesso per alleviare il disagio spirituale e emotivo provato dalla vittima, anche se non ci sono danni fisici diretti.
Cos’è il danno esistenziale?
Il danno esistenziale, d’altra parte, si concentra sulle ripercussioni che un evento traumatico o un illecito ha sulla capacità della persona di godere della vita nelle sue forme più quotidiane e personali. Questo tipo di danno incide sull’esistenza stessa della persona e sulla qualità della sua vita, limitando la sua possibilità di partecipare attivamente e pienamente alla vita sociale, familiare, lavorativa o di svago.
Un esempio tipico di danno esistenziale può essere la perdita della mobilità a seguito di un incidente, che impedisce alla vittima di svolgere attività che prima considerava normali, come praticare sport, viaggiare o semplicemente muoversi liberamente. Il danno esistenziale mira a compensare la perdita di qualità della vita e le limitazioni imposte dalla nuova condizione dell’individuo.
Differenze chiave tra danno morale e danno esistenziale
Entrambi i tipi di danni sono categorie del più ampio concetto di “danno non patrimoniale“, che comprende tutti quei danni che non hanno un’immediata corrispondenza economica ma che incidono sulla sfera personale dell’individuo.
Tuttavia, le differenze appena illustrate si traducono in campo giuridico in quanto entrambi si distinguono per una diversa tipologia di risarcimento che può essere richiesto e il modo in cui questo viene calcolato.
Il danno morale è spesso più immediato e quantificabile attraverso criteri stabiliti dalla giurisprudenza, mentre il danno esistenziale può richiedere una valutazione più complessa e personalizzata del cambiamento nel modo di vivere dell’individuo.
Negli ultimi anni, la giurisprudenza italiana ha visto una certa evoluzione nel trattamento di questi danni, tendendo a volte a sovrapporre o integrare il danno esistenziale con altre categorie di danno non patrimoniale, o a trattarlo come una componente del più generico “danno biologico” in una visione più unificata e meno frammentata del risarcimento per danni non patrimoniali.
Ciononostante, dimostrare il danno morale e il danno esistenziale e ottenere un adeguato risarcimento può essere una sfida complessa, poiché entrambi i danni non producono conseguenze materialmente quantificabili come nel caso dei danni patrimoniali.
Per quanto riguarda il danno morale, esso richiede la dimostrazione dell’esistenza di un disagio psicologico e della sua diretta correlazione con l’evento dannoso. Questo può essere fatto attraverso relazioni mediche o psicologiche che attestano lo stato di sofferenza emotiva, testimonianze di familiari e amici che confermino i cambiamenti comportamentali o emotivi post evento o con la documentazione di trattamenti psicologici o psichiatrici seguiti a seguito dell’evento.
Il risarcimento del danno morale viene invece quantificato generalmente in base a tabellari che stabiliscono cifre standard per tipologie di evento, spesso integrati dalla discrezionalità del giudice che valuta la specificità e la gravità del caso.
Dimostrare un danno esistenziale è complesso perché implica mostrare come l’evento dannoso abbia influenzato in maniera profonda e permanente il modo di vivere della persona. Ciò può avvenire con la documentazione medica che attesti le limitazioni fisiche permanenti causate dall’evento, relazioni psicologiche che discutano l’impatto dell’evento sulla qualità della vita o qualsiasi prova che mostri come le attività quotidiane, il lavoro, o le interazioni sociali siano state alterate.
Conclusione
Comprendere la differenza tra danno morale e danno esistenziale è cruciale per chi cerca giustizia in seguito a un torto subito. Mentre il danno morale compensa per le sofferenze emotive e psicologiche, il danno esistenziale si concentra sulla riduzione della qualità della vita e delle opportunità di godimento personale.
Chiunque si trovi di fronte alla necessità di richiedere un risarcimento per questi tipi di danno dovrebbe consultare degli specialisti del settore risarcimenti come Mission Refund, per navigare le complessità del diritto dei danni e garantire che la compensazione ricevuta rifletta adeguatamente l’entità del danno subito.